STORIA DI UN TAXISTA CHE DIVENNE FOTOGRAFO

Allora, la storia è più o meno questa e se fossimo nati tutti a New York non ci sembrerebbe in fondo così strana. Il ragazzo studia da ballerino, ma suona anche il trombone. Con la danza non decolla, così si iscrive a una scuola di disegno. Lì, come è giusto che sia, impara a disegnare e comincia a lavorare come art director di non ho bene capito che cosa, ma mi pare fosse qualcosa che c’entra con la pubblicità. Poi a un certo punto, all’inizio degli anni 90, decide non tanto di mollare tutto, quanto piuttosto di diventare un taxista. Un taxista a New York, mica a Bellinzona. Dice che voleva avere un suo spazio per la propria creativita e… sì, insomma, quelle cose che dicono gli artisti. Poi un giorno, chissà perché, si porta sul suo taxi una macchina fotografica e comincia a scattare, a scattare, a scattare… Cosa scatta? New York, baby, what else?
Beh, insomma a farla breve: nel 2000 pubblica un libro intitolato Drive-By Shooting che in tre mesi vende una cosa come 50mila copie. Vi basta? A me sì, che vi devo dire. Lui si chiama David Bradford e questa è la sua storia.

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