Ho trovato una storia abbastanza spassosa su una fotografa che negli ultimi anni ha lavorato a un progetto che doveva diventare un libro. Il titolo del libro è “America” e uscirà alla vigilia della elezioni americane.
Il fatto è che a poche settimane dall’uscita del libro lo stampatore del libro dice che si rifiuta di stampare il libro perché contiene due foto oscene: nudi maschili. La fotografa, che non vuole per nessuna ragione perdere l’occasione del volano pubblicitario delle elezioni, non vuole cambiare editore perché la stampa sarebbe slittata di almeno sei mesi. Così propone, sarcasticamente, di pubblicare al posto delle due foto la scritta “Censurato dallo stampatore”. Lo stampatore rifiuta. Allora l’autrice cede e accetta di togliere le due immagini.
Ma ciò che fa di questa storia una storia straordinaria è che lo stampatore è uno stampatore cinese. A me sembra davvero emblematico: una fotografa cultrice della libertà d’espressione fa un libro di immagini sulla patria delle libertà, ma siccome vuole spendere meno si affida a una tipografia con sede nel paese della non-libertà è costretto a farsi censurare. Scopriamo così che se non si sta attenti la censura cinese può avere effetti diretti anche nei paesi occidentali. Se si sta attenti, beninteso, perché ad aspettare sei mesi il libro sarebbe potuto uscire senza tagli.
Qui la storia delle foto censurate di Zoe Strauss (che la fotografa per protesta fornisce in formato originale e ad alta definizione in modo da poterle stampare e allegare al libro…)