ORIANA E FEDERICO

L’Europeo, 1963

Fellini: …Forse mi piacerebbe andare in Egitto, in India, ma ci penso stando seduto. il mio posto è in questa Italia cattolica.

Fallaci: Sì, in fondo lei è un inguaribile cattolico: o, almeno, assai più egato al cattolicesimo di quanto si creda. Lo si capisce bene anche da questo film (Otto e mezzo, ndr) su cui le autorità ecclesiastiche non hanno trovato da ridire.

Fellini: Ma tu conosci qualche italiano, che sia completamente laico?! Io no. Ma come è possibile? Ce l’abbiamo nel sangue il cattolicesimo, da secoli. Quanti? Il tentativo di liberarsene è un tentativo necessario, nobilissimo che tutti dobbiamo fare: ma dimostra che l’ammaccatura esiste, evidente. Se non esiste l’oggetto della rivolta, perché dovremmo ribellarci? Guido è una vittima di un cattolicesimo medievale che tende a umiliare l’uomo anziché restituirlo alla sua grandezza divina, alla sua dignità: quel cattolicesimo che ha riempito manicomi e ospedali e cimiteri di suicidi, che ha mostruosamente partorito una umanità infelice, separato lo spirito dal corpo che invece sono una cosa sola. Insomma quel cattolicesimo degenerato che questo Papa combatte in maniera così eroica e stupenda. (…)

Fallaci: Eppure, malgrado questa educazione spietata, terrorizzante, lei riesce ancora a pregare. vero?

Fellini: Certamente. Ché tu non preghi? La preghiera è un colloquio con se stessi, con la parte più segreta, più genuina, più misteriosa, e quando ti rivolgi a quella c’è sempre il caso che venga fuori qualcosa di buono perché chiedi aiuto a ciò che v’è di prezioso in te, di più vergine… Oddio, piantiamola: dette così certe cose diventano ridicole. Io volevo soltanto dire che non capisco come una non possa pregare, non essere affascinata dal mistero, è così stupido chiudere gli occhi al mistero, così disumano, un atteggiamento da bestie. il mistero di tutto… il slenzio che circonda e diventa chiarore… Orià! Ma che mi fai dire?!

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