I QUADRI “ROSSO POMPEI” DI GIANRICCARDO PICCOLII QUADRI “ROSSO POMPEI” DI GIANRICCARDO PICCOLI

Qualche giorno fa sono stato con Giuseppe nello studio del pittore bergamasco Gianriccardo Piccoli. Ci ha mostrato alcune sue nuove opere. Innanzitutto il ciclo dedicato al Libro di spese diverse di Lorenzo Lotto, il libro in cui il pittore negli ultimi anni di Loreto annotava la contabilità. È un libro che rende molto l’idea della personalità del grande artista a cui Piccoli ha voluto rendere omaggio con alcune tele nelle quali ha inserito piccoli oggetti citati nel libro (qui un esempio).

Ma la cosa più bella che Piccoli ci ha mostrato sono stati alcuni nuovi quadri rossi. «Rosso pompei», ci ha detto. Sono opere molto eleganti, l’eleganza  è una delle cifre del pittore bergamasco, ma hanno un’energia e una vitalità come nuova. Sono immagini – come sempre – “a due strati”, uno realizzato su una tela per abbigliamento e dipinto sul retro e uno su una garza semitrasparente che “copre” il primo. Le l’immagine dunque assume una profondità e una complessità enigmatica. A volte sull’immagine posteriore appaiono oggetti o brani di paesaggi (Piccoli li definisce «memorie di oggetti» o «memorie di paesaggio» – e l’effetto della garza è proprio quella di rendere “ricordo” quel che nasconde). A volete gli oggetti sono piccole sculture in fil di ferro o oggetti reali, come una rosa gialla, bellissima.

Gianriccardo Piccoli

Gianriccardo Piccoli

Gianriccardo Piccoli

Gianriccardo Piccoli

ASSERRAGLIATI NELLE CASEMATTE DI ANGELO BARONE

Sono stato nello studio di Angelo Barone in via Bianconi a Milano. Lui è un signore distinto, colto, riflessivo. Mi racconta che si è letto tutte le 880 pagine della biografia di Willem de Kooning pubblicata qualche anno fa da Johan&Levi. Dice che l’ha colpito che negli ultimi anni il grande pittore, ormai malato di alzheimer, avesse perso il rapporto con la realtà ma non l’attaccamento alla pittura. Ogni mattina si alzava e dipingeva. “Aveva tradito tutte le persone che amava – dice Barone – ma non ha mai tradito lei, la pittura”.

La cosa che colpisce di Angelo Barone è la serietà intellettuale con cui si accosta al suo lavoro. Forse è proprio una fedeltà a una vocazione. La fedeltà al suo essere artista, che gli permette  – da scultore – di flirtare con l’architettura e tradire la scultura realizzando bellissimi quadri e fotografie. Mi è piaciuta la libertà con cui sperimenta generi diversi per approfondire quelle che sono le sue profonde preoccupazioni. Che sono preoccupazioni che hanno a che fare con la conoscenza del mondo che ci circonda. E del modo in cui esso, in modo misterioso, prende forma e si presenta a noi.

Uno degli ultimi temi, ad esempio, è quello delle architetture naturali. Sistemi che si “autogenerano” in spazi architettonici come quelli, ad esempio, che si formano da assembramenti di lumache sui rami delle piante. O i sistemi complessi delle baracche di una favela brasiliana. Le opere sono realizzate stampando su tela delle fotografie, a volte realizzate dall’artista a volte no, e coprendole con un tessuto polverizzato monocolore. L’immagine ci appare dunque offuscata dietro questa sorta di sottilissimo tappeto. Sono immagini molto eleganti. Poetiche. Di una bellezza non decorativa. 

Questa membrana di tessuto-colore va a formare una cataratta che si frappone tra noi e l’oggetto impedendoci di avere una visione limpida. Questo è un tema ricorrente nell’opera di Barone. La difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti. Le cose. Un’impossibilità ad afferrarli e a conoscerli. La nostalgia per l’immagine definita. Una chiarezza, che forse non abbiamo mai posseduto, ma sentiamo comunque come andata perduta.

L’ultimo lavoro, recentemente esposto nella galleria C&H art space di Amsterdam e al MIA, si intitola “Casematte”. Secondo Barone le “casematte” o “bunker” sono l’archetipo dell’architettura, nel senso che sono “l’applicazione sintetica delle regole architettoniche più alte”. L’artista ha ripercorso l’itinerario che Paul Virilio, filosofo, scrittore e urbanista francese, fece negli anni cinquanta lungo le coste dell’Europa del Nord per visitare queste bizzarre opere di architettura militare. Qui il viaggio, però, è fatto virtualmente attraverso le immagini reperibili su internet e che, Barone, ha rifotografato con la sua Leica M8 (digitale) così come appaiono sullo schermo di un computer, senza cioè bisogno di nessun tipo di elaborazione. Il risultato è straniante. Il fascino delle architetture viene esaltato da questo senso di indefinitezza. E il molteplice passaggio da media diversi (la fotografia, il computer e ancora la fotografia) crea degli effetti di colore di grande raffinatezza. Per capire lo scarto di queste immagini ve ne propongo una accanto all’originale trovata su internet.

Grazie a Giovanni Frangi per le foto.

GIOVANNI VITALI DIPINGE LA GEOPOLITICA DELL’EUROPA GIOVANNI VITALI PAINTS EUROPEAN GEOPOLITICS

Sono stato nello studio di Giovanni Vitali in via Padova. Ha fatto questa nuova serie di quadri dedicati alla crisi dell’euro. Rispetto al lavoro presentato due anni fa a Giorni Felici qui c’è uno sforzo di semplificare la sua esuberanza pop. Le idee più precise (e quindi più semplici) si portano dietro uno stile più asciutto e ordinato e quindi più efficace.
È un lavoro molto concettuale e narrativo svolto con una felicità compositiva che lo rende comprensibile anche senza troppe spiegazioni.
Nel quadro centrale con la madonna-euro, la vena pop si sposa con riferimenti colti. Così l’Immacolata concezione, con la corona di dodici stelle e il volto della moneta unita, anziché schiacciare la testa del serpente si trova avvinghiata da Sir Biss, lo stralunato rettile del disneyano Robin Hood. Alle sue spalle una parete di rose colorate.
Divertente, e non scontato, anche l’accostamento Sarkozy-Lupin III e Merkel- Maga Magò.

I quadri saranno esposti alla Ars Now Seragiotto di Padova dal 29 marzo.

Grazie a Giovanni Frangi per le foto.

Giovanni Vitali

I visited Giovanni Vitali’s studio in Via Padova. He made this new series of paintings dedicated to the euro crisis. Compared to work presented two years ago in Giorni Felici a Casa Testori, here there is an effort to simplify his exuberant “popism”. The ideas more precise (and therefore simpler) and they bring with them a more dry and tidy style, and therefore more effective.

Giovanni VitaliThe work is very conceptual and narrative played with a happy composition that makes it understandable without too much explanation.
In the center canvas with the Euro-Madonna, the pop vein is combined with cultural references. So the Immaculate Conception, with a crown of twelve stars and the face of currency units, instead of crushing the serpent’s head is wrapped around by Sir Hiss, the wild-eyed reptile of Disney’s Robin Hood. Behind her a wall of colored roses.
Funny, and not obvious, even the combination Sarkozy-Lupin the 3rd and Merkel-Mad Madam Mim.

The paintings will be exhibited at Ars Now Seragiotto in Padua from March 29.

Giovanni Vitali

Thanks to Giovanni Frangi for the pictures.