LE CATTEDRALI DI ANSELM KIEFER E IL LORO MISTEROTHE MISTERY AND ANSELM KIEFER’S CATHEDRALS

Anselm Kiefer, Sprache der Vögel, 1989, Lead, steel, wood, oil, plaster, resin and acrylic 114 3/16 x 194 1/8 x 66 15/16 in. (290 x 493 x 170 cm), 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Sprache der Vögel, 1989, Lead, steel, wood, oil, plaster, resin and acrylic

Della mostra di Anselm Kiefer, “Il Mistero delle Cattedrali” (nella sede di White Cube di Bermondsey St. fino al 26 febbraio 2012) è difficile parlare male. Il fascino di queste opere, forse, risiede nell’assoluto equilibrio tra pensiero e materialità. Culto misterico e concretezza degli oggetti e dei materiali. Qui Kiefer non gioca sulla sorpresa (è il Kiefer visto già a Venezia ai Magazzini del Sale, ma non solo) ma sullo stupore e la monumentalità. Complici gli spazi – da sballo – della nuova galleria di Jay Joplin l’artista tedesco toglie il fiato con paesaggi immensi e tridimensionali. Che il “mistero” delle cattedrali sia proprio la loro capacità di aprire spazi infiniti?
Nota di merito va alla cosiddetta galleria 9x9x9, fisicamente un cubo bianco dal lato di 9 metri, dove Kiefer piazza la sua “Sprache der Vögel” (1989) che sempra essere stata pensata apposta per quello spazio (le foto non danno la men che minima idea).

Anselm Kiefer, Dat rosa miel apibus, 2010-2011, Oil, acrylic, terracotta, salt, lead and resin on canvas  (330 x 1710 cm), 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Dat rosa miel apibus, 2010-2011, Oil, acrylic, terracotta, salt, lead and resin on canvas (330 x 1710 cm)

Anselm Kiefer, Tempelhof , 2010-11, (380 x 760 cm) Oil, acrylic and salt on canvas, 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Tempelhof , 2010-11, (380 x 760 cm) Oil, acrylic and salt on canvas
Anselm Kiefer, Sprache der Vögel, 1989, Lead, steel, wood, oil, plaster, resin and acrylic 114 3/16 x 194 1/8 x 66 15/16 in. (290 x 493 x 170 cm), 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Sprache der Vögel, 1989, Lead, steel, wood, oil, plaster, resin and acrylic

It is difficult to speak badly about Anselm Kiefer’s exhibition “The Mystery of the Cathedrals” (White Cube, Bermondsey Street, until Feb. 26, 2012) . The charm of these works, perhaps, lies in the absolute balance between thought and materiality. Mystery cult and concreteness of objects and materials. Kiefer does not play here on surprise (we have already seen the same Kiefer in Venice at Magazzini del sale, but not only) but on wonder and monumentality. Accomplices spaces – rocking – of Jay Joplin’s new gallery, the German artist takes your breath away with huge, three-dimensional landscapes. Is the “mystery” of the cathedrals precisely their ability to open infinite space?
Attention should be given to the so-called 9x9x9 gallery, a real white cube with a 9 meter side, where Kiefer places his “Sprache der Vogel” (1989), which seems have been specifically designed for that space (the photos do not give less than minimum idea).

Anselm Kiefer, Dat rosa miel apibus, 2010-2011, Oil, acrylic, terracotta, salt, lead and resin on canvas  (330 x 1710 cm), 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Dat rosa miel apibus, 2010-2011, Oil, acrylic, terracotta, salt, lead and resin on canvas (330 x 1710 cm)

Anselm Kiefer, Tempelhof , 2010-11, (380 x 760 cm) Oil, acrylic and salt on canvas, 2011, White Cube
Anselm Kiefer, Tempelhof , 2010-11, (380 x 760 cm) Oil, acrylic and salt on canvas

JAY JOPLING: LA MONTATURA NERA CON IL GALLERISTA INTORNO

Martedì sera Jay Jopling ha inaugurato la nuova sede di Bermondsey Street (la terza a Londra) della sua White Cube: si tratterebbe del più grande spazio espositivo privato d’Europa. Ci sono stato. È davvero grande. Tutto bianco. E grande. Molto. Si sentiva ancora l’odore della pittura sui muri. Comunque l’Independent gli ha fatto un bel ritrattone dal titolo: “Jay Jopling: Big space, big art, big ego” sottolineando il fatto che qui tutti parlano di crisi del mondo dell’arte e questo ragazzone di 48 anni sembra non aver paura di niente e non lascia ma raddoppia.

L’intervista dà alcuni spunti tra il serio e il faceto (leggi: gossip) magari stranoti ma che val la pena ripetere in onore di JJ:

1) Figlio del barone Michael, esponente di spicco dei Tory, si appassiona all’arte durante gli studi a Eton leggendo il libro di Gilbert and George “Dark Shadow” (1974).

2) Negli anni ’80 ha una relazione con Maia Norman, una fashion designer. È lei a presentargli Damien Hirst. A conquistare Maia, però, è proprio Hirst che la sposerà e con lei avrà tre figli.

3) Fonda la galleria White Cube nel 1993. A ispirargli il nome è un libro dello scrittore e artista irlandese Brian O’Doherty  dal titolo “Inside the White Cube: Ideologies of the Gallery Space”.

4) Nel 1997 sposa l’artista Sam Taylor-Wood dalla quale ha due figlie. Nel 2008 divorziano pare a causa di un breve flirt che Joplin ha avuto con la cantante Lily Allen, 22 anni più giovane di lui e figlia di un suo caro amico, l’attore Keith Allen.

5) Dopo la sede storica di Manson’s Yard, nel 2000 apre quella di Hoxton Square, nel 2011 in Bermondsey Street e l’anno prossimo sarà la volta di Hong Kong.

Jopling con (da sinistra) Sam Taylor-Wood, Hugh Grant and Lulu
Jopling con (da sinistra) Sam Taylor-Wood, Hugh Grant and Lulu
Jay Jopling Tracey Emin
Con Tracey Emin

Ps: le mostre alla nuova sede di Bermondsey Street, nonostante i nomi, non sono nulla di che.