La cosa più interessante della mostra “Christian Stein – una storia dell’arte italiana” al Museo Cantonale d’Arte di Lugano è il filmato curato da Bruno Corà. In mostra ci sono certamente delle opere bellissime, ma per capire chi era Christian Stein, a parer mio, è necessario guardare le immagini della sua casa torinese di piazza Vittorio Veneto che il filmato mostra in alcuni piani sequenza mozzafiato. Queste immagini, infatti, mostrano non solo lo straordinario gusto della Stein, ma anche come la semplicità e la poeticità dell’arte povera (passatemi il termine in po’ sbrigativo in questo caso) venga esaltata se collocata in un contesto quotidiano. Nelle stanze del museo alcune opere sembrano perse nella loro enigmaticità, nella casa assumono un gusto più feriale, più familiare. Ecco qui qualche immagine tratta dal catalogo della mostra.
Ora qualche osservazione più puntuale sulla mostra:
1) bellissima la terracotta di Fontana nella prima sala
2) perché portare due opere di Kounellis che prevedono l’accensione di fiammelle/candele se poi per ragioni di sicurezza queste devono rimanere spente?
3) l’igloo con albero di Merz è uno dei pezzi migliori: con le sue lastre di vetro sberciate riesce a esprimere un equilibrio tutto suo
4) Kounellis è quello che esce peggio dalla selezione, Paolini (che non amo) invece è sovrarappresentato, ma stando alle immagini di casa-Stein si capisce benissimo che era il prediletto dalla gallerista