FÉLIX NADAR: CONSIGLI AL RITRATTISTA DILETTANTE

Félix Nadar - Selfportrait
Félix Nadar, autoritratto, 1855 circa

L’opinione che ognuno ha delle proprie qualità fisiche è talmente benevola che la prima impressione di ogni modello di fronte alle prove del suo ritratto è quasi inevitabilmente di disappunto e di rifiuto (è superfluo precisare che qui si sta parlando solo di prove perfette).
Alcuni hanno il pudore ipocrita di dissimulare il colpo sotto un’apparente indifferenza, ma non credete loro. Avevano varcato la soglia diffidenti, astiosi, e molti usciranno furibondi.
È un male difficilissimo da scongiurare; il fotografo dilettante ne soffrirà quanto il professionista, e anche di più, povero infelice! Votato in anticipo a tutte le asprezze, soprattutto perché si trova nella condizione subalterna di non avere la licenza. Si prepari dunque come il professionista, e mediti i consigli dell’esperienza.
A titolo profilattico, ossia prima di operare, fate intravvedere la possibilità della “replica”. La speranza di quella benefica “replica” sistemerà tutto, e tutti ci guadagneranno – e voi stessi siete proprio certi di non poter ottenere qualcosa che sia migliore del primo negativo?
Soprattutto, quando due modelli sono venuti insieme, cercate di fare in modo che tornino insieme al momento della consegna.
Non dimenticate mai di sottoporre le prove dell’uno all’altro e viceversa: quello che al biliardo si chiama “colpo di sponda”, e, per un minuto, allontanatevi!
Immancabilmente l’uno troverà l’altro molto riuscito, e l’altro giudicherà l’uno perfetto. Per controprova, lasciateli discutere insieme.
Superato così, e ridotto a semplice effetto di ritorno, il primo e inevitabile impatto, potrete allora avvicinarvi, e parlare senza il timore d’esser morso.
Felice tre volte l’operatore che incappa in un cliente come il mio buon Philippe Gille (sensa s!), quel mandarino letterato, sempre così di buon umore.
Ebbi appena il tempo di sottoporgli la sua prima prova che, senza degnare di un solo sguardo la seconda, quell’uomo eccellente osservò: “Perfetta! E come ha reso a meraviglia il mio sguardo buono… dolce… leale… e intelligente!”.

Félix Nadar, Quando ero fotografo, Abscondita, Milano, 2004