THE TANK MAN


Questo è un segmento di un lungo documentario di “Frontline” sui fatti di Tienanmen. Il video integrale lo trovate sul sito della PBS.

Chi era l’uomo che fermò i carriarmati? Come si chiamava? Riuscì a fuggire? Fu arrestato? Fu condannato a morte?
Dopo vent’anni a nessuna di queste domande è ancora possibile dare una risposta.

Nel video integrale un giornalista mostra la foto del Tank Man a quattro studenti dell’università di Pechino. Nessuno di loro riesce a dire a cosa si riferisca quell’immagine. In Cina, infatti, ancora oggi quell’immagine non si trova neanche cercando su Google.

DONINELLI IN PIAZZA TIENANMEN

Ho letto il reportage dalla Cina di Luca Doninelli pubblicato in due puntate nei giorni scorsi sul Giornale. Dice alcune cose molto sagge e interessanti:

1) Noi che lavoriamo con la Cina – nel commercio, nella finanza, nell’impresa – non ci accorgiamo nemmeno di essere soli, uno per uno, di fronte a un mondo compatto, che si muove compattamente. E non ce ne accorgiamo perché noi, invece, non portiamo in Cina il nostro mondo, portiamo (al massimo) solo noi stessi, la nostra avidità: per questo i cinesi ci vogliono rapire pezzi di quel mondo che noi, ai loro occhi, stiamo sottraendo loro.
La Cina, invece, è sempre un mondo, ed è come mondo che si muove. L’apparente individualismo di molti rampanti non deve trarre in inganno. La Cina è un mondo e cerca mondi – tant’è che, all’università per le discipline economiche, si studia Dante.

2) La Cina coniuga coerentemente la propria storia e la propria antropologia con il modello globalista, che non è né occidentale né orientale. Rispetto all’Occidente, ha una storia altrettanto antica ma appare molto più pronta ad abbracciare il mondo globalizzato, come se la globalizzazione fosse stata inventata appositamente per i cinesi. Il loro vantaggio sta nella minima considerazione accordata alla persona umana, nella superiorità della funzione sull’individuo. L’impressionante muro di palazzi che costeggia le grandi vie di Pechino comunica una freddezza che Manhattan non ha. Finestra dopo finestra, piano dopo piano, noi vediamo con l’immaginazione corridoi e stanze, scrivanie, sedie, computer, moquette, marmi, fontane, show-room, sorrisi, mani ben curate, vediamo le funzioni e le cariche, direttore generale, direttore di dipartimento, segretario generale, dirigente di reparto, capufficio, impiegato, telefonista: ma non vediamo il volto delle persone. Senza la persona umana e i suoi diritti, la pianificazione può trionfare, il piano potrà essere realizzato.

Prima puntata: L’intraducibile Cina, il mondo senza persone
Seconda puntata: Il ritmo globalizzato della «movida» cinese

TIENANMEN: LA CENSURA FA CILECCA

da Estremo Occidente
“Su un giornale locale della Cina del sud-ovest è apparso un annuncio pubblicitario a pagamento per rendere omaggio alle “madri di Tienanmen”, l’associazione di mamme degli studenti e dei lavoratori uccisi nella repressione del 1989. Da 18 anni le “madri di Tienanmen” si battono per avere giustizia, ma il regime ignora le loro rivendicazioni, il massacro di Tienanmen resta un tabù e perfino il numero esatto delle vittime della repressione è coperto dal segreto di Stato. L’inserzione a pagamento è uscita nell’anniversario del 4 giugno 1989, il giorno in cui i carriarmati dell’Esercito Popolare di Liberazione schiacciarono nel sangue la protesta democratica di Pechino. La pubblicità, nell’angolo in basso a destra a pagina 14 del quotidiano Notizie della Sera di Chengdu (10 milioni di abitanti, capitale dello Sichuan), reca la scritta “Omaggio alle forti madri delle vittime del 4 giugno”. L’annuncio è sfuggito alla censura. La polizia ha immediatamente aperto un’inchiesta per scoprire come la pubblicità è potuta uscire sul giornale e chi l’ha commissionata”.