La vincitrice del “Flower Prize 2012″ è Jenny Saville con l’opera Mirror.
Motivazione della Giuria:
Tiziano, Giorgione, Manet e Picasso. E Jenny Saville in persona. Questo quadro è molto affollato. Di riferimenti, soggetti e idee. È una conferenza di Storia dell’arte, ma anche un dichiarazione di poetica. Jenny balla coi mostri sacri della pittura. Si esibisce nella sua danza che ritrova la bellezza, dopo i tempi in cui del corpo era rimasta solo la carne stremata. La Venere di Urbino di Tiziano sdraiata insieme all’Olympia di Manet. Sullo sfondo il paesaggio della Venere dormiente di Giorgione. In mezzo a loro compare il volto della pittrice stessa, che di nuovo si autoritrae sulla destra. Alle sue spalle una misteriosa tela che fa pensare a Picasso (qualcuno pensa a Las Meninas da Velazquez, ma NONAME non è in grado di confermarlo). Un quadro colto, che tuttavia non resta congelato dentro la citazione dotta, ma che vibra di un tratto morbido e deciso. Jenny Saville ha ritrovato la sua strada verso la grande pittura. È dovuta passare dai capolavori del passato ai quali sa guardare senza senso di inferiorità. Non cambia il fulcro della sua ricerca, il corpo, il suo corpo. È la strada ad essere nuova. È una novità per lei. Ma è anche la notizia più interessante di questo stanco 2012.
Qui trovate la lista dei finalisti e i criteri di selezione delle opere.
Titian, Giorgione, Manet and Picasso. And Jenny Saville herself. This painting is pretty crowded. It’s crowded with references, subjects and ideas. It is an art history conference, but also a poetics statement. Jenny is dancing with painting legends. She shows her dance recovering a beauty that was lost, in the exhausted flesh of her early bodies. Titian’s Venus of Urbino lying down next to Manet’s Olympia. In the background, a landscape from Giorgione’s Sleeping Venus. The painter’s face is present among them, self-portrayed on the right. A mysterious painting suggesting Picasso (someone recognized in it Las Meninas after Velazquez, but NONAME can’t verify this) stands behind. This is a cultured painting, but it is not suspended in erudite quotations, it pulsates with determined but smooth strokes. Jenny Saville has found her way to great painting. She had to walk her way through past masterpieces, and she faced them without inferiority complex. The main point (fulcrum) of her research is not changed: it’s still the body, her body. But the way to investigate it, that is brand new. It’s an evolution for her. But this is also the most exciting news for this exhausted 2012.
Here is the list of finalists and the selection criteria of the works.