FAMILY DAY: UN’IDEA PER L’EUROPA

dal Giornale del Popolo del 14 maggio 2007

«Verranno tempi in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie degli alberi sono verdi d’estate». Questo diceva, profeticamente, G.K. Chersterton che già all’inizio del secolo scorso preannunciava la necessità di una battaglia per la difesa della ragione e del senso comune. Sabato al Family Day di Roma tantissimi cattolici e molti laici hanno invaso Piazza San Giovanni con questo spirito e nella convinzione che occorra combattere per difendere qualcosa che fino a non troppi anni fa era una realtà scontata come, appunto, il colore delle foglie sugli alberi. Sono arrivati i tempi in cui bisogna ricordare che cosa è la famiglia fondata sul matrimonio e per quali buoni motivi va tutelata e promossa. Sembra una banalità ma, purtroppo, non lo è più. Non si ricorda nella storia d’Italia una manifestazione di queste dimensioni che portasse in piazza nonni, genitori e passeggini in un carosello di allegria e positività. Sui numeri è meglio non discutere troppo: è ormai convenzione assodata che chi occupi per intero Piazza San Giovanni abbia il diritto di annunciare la partecipazione di almeno un milione di persone. Sabato in piazza è comparsa tutta quella fetta di società che non è mai tenuta in conto dagli editoriali della stampa nazionale; un popolo fino a sabato rimasto nell’ombra, anche se aveva fatto sentire la sua presenza in un’altra occasione due anni fa con il referendum fallito per l’abrogazione della legge sulla procreazione assistita. Da oggi la politica italiana, dell’una e dell’altra parte, non potrà più far finta di non aver visto e di non sapere. Si affannino pure i partiti a provare a cavalcare, per fini elettorali, l’onda del successo della mobilitazione. Ma la politica partitica, per sua natura, faticherà non poco a ingabbiare un movimento di questo genere così composito e allo stesso tempo capace di unità per un tema così importante. Dal palco di Piazza San Giovanni nessuno slogan contro il governo, solo la decisa presa di posizione contro la soluzione (i DI.CO) scelta per garantire i diritti alle coppie di fatto. Sarebbe però superficiale e miope guardare al Family Day come a un folkloristico fenomeno italiano. La battaglia lanciata dai cattolici italiani (e condivisa da molti laici, ebrei, protestanti e musulmani) ha un valore culturale che travalica i confini nazionali. Eugenia Roccella, portavoce della manifestazione, in un’intervista al GdP diceva che quella del Family Day è una battaglia d’avanguardia per l’Europa, in anticipo sui tempi; un discorso proiettato al futuro che fa sembrare la recente legge svizzera sul registro delle unioni dei conviventi un arnese appartenente a un tempo ormai lontano. È la famiglia che garantisce il futuro della società, solo chi è attento ad essa può dire di guardare al futuro.

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