CAPUOZZO FA TREMARE LA TERRA


Il lungo articolo di Toni Capuozzo sul Foglio di sabato scorso è una scossa tellurica che ha scosso il mio povero animo che finora, di fronte ai fatti dell’Abruzzo, aveva reagito come come uno di quei rari edifici antisismici costruiti nella provincia dell’Aquila. Una scossa di alto grado della scala Richter, una di quelle che lascia sotto le macerie morti e feriti. Non è un articolo sul terremoto dell’altra settimana. Non è un pezzo di cronaca, è una memoria, una testimonianza della quale, mi sembra, non si possa fare a meno per capire quel che davvero è accaduto l’altra settimana. Nelle parole di Capuozzo, che spiega come a distanza il terremoto del Friuli cambiò la sua vita e quella degli uomini della sua terra, c’è un pezzo di storia d’Italia di quelli che né i telegiornali né i libri di storia sapranno mai restituire. La sua prosa aspra e chirurgica è capace sia di momenti di intima liricità che di sprazzi di giudizio storico sui trent’anni appena trascorsi. Sono parole dolorose, ricordi strazianti, ma anche riconoscimenti di quel che il dolore e la distruzione possono portare di buono. Vorrei riproporvelo qui, per intero, ma non avrebbe molto senso. Lascio solo queste precarie osservazioni. In attesa che Capuozzo torni ancora a far tremare la terra

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *