DANIELE CRESPI A GAREGNANO

Ho comprato e letto “La certosa di Garegnano in Milano” (Silvana Editore), un bellissimo libro sulla chiesa tanto bella quanto sconosciuta soprattutto ai milanesi. A questa chiesa sono molto affezionato, perché è la chiesa dove sono stato battezzato, ho fatto la Prima Comunione e la Cresima e dove, appena posso, torno per godermi questi grandiosi cicli di affreschi. Nel 2000 chiesa e affreschi sono stati completamente restaurati e l’impressione entrando è da mozzafiato. Leggendo poi i saggi del libro ne ho capito l’importanza per la storia dell’arte e ho colto il genio non solo di Daniele Crespi (quanta fantasia! quante trovate! quanta energia!), ma anche di Simone Peterzano. Col passare degli anni mi sono innamorato della sua crocefissione che domina dalla volta dell’abside. Un cielo così chi l’ha mai visto?
E poi parliamo pure di questo (sopra) affresco di Crespi: è intitolato “Il risveglio dai morti di Raimondo Diocrès”. Secondo le fantasiose agiografie di San Bruno (fondatore dei certosini) il santo decise di diventare eremita dopo che assistette ai funerali di questo Diocrès, da tutti ritenuto un sant’uomo, il quale, durante la sua cerimonia funebre per tre volte di alzò e gridò che era stato condannato al supplizio eterno. Il volto di quest’uomo mi ha sempre colpito, fin da bambino. Solo oggi scopro il significato di quel quadro, ma da sempre ho percepito un qualcosa di decisivo in quell’immagine, in quel volto. Anche ora, non è il memento della possibilità della dannazione eterna a colpirmi. Ma il memento della dannazione qui. Quel volto è insieme l’urlo di Munch e l’urlo dei quadri di Bacon. Come dire: ci sono morti peggiori della morte…
(grazie ad Abschied per la stupenda foto. Qui il resto della serie, dove c’è anche la Crocefissione di Peterzano)

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