L’altra settimana è uscita su Tempi una mia intervista a Frank Horvat. La trovate qui.
Ecco il brano più interessante:
Tuttavia, a giudicare dagli ultimi scatti (la buccia di un mandarino, un sasso nell’acqua, le dita di un piede tra le lenzuola), non sembra che qualcosa stia davvero accadendo. «Lo so, c’è un apparente contraddizione: quando io fotografo due mele, molti dicono che in un’immagine così non succede niente e che se le fotografassi un’ora dopo sarebbero uguali. A me invece sembra che succeda qualcosa nella mia testa. Perché magari un’ora dopo non avrò più voglia di fotografarle così, non le vedrò più così, non mi sembreranno più interessanti. Sono state interessanti perché in un certo momento, per un’associazione di idee particolare, io le ho viste come interessanti. È qualcosa che succede nel mio modo di vedere. Ma si tratta sempre di fermare qualcosa che succede. Di fermare il tempo. Ed è anche la ragione per la quale con dispiacere non ho mai fatto del cinema. Con il cinema si va con il tempo, non lo si ferma. Questo io non lo so fare, ma mi sarebbe piaciuto». Che film le sarebbe piaciuto girare se avesse potuto? «Se avessi potuto cambiare la mia vita con quella di Ingmar Bergman, l’avrei fatto».