CHRISTIAN STEIN, LA SUA CASA DI TORINO ERA UNO SBALLO

La cosa più interessante della mostra “Christian Stein – una storia dell’arte italiana” al Museo Cantonale d’Arte di Lugano è il filmato curato da Bruno Corà. In mostra ci sono certamente delle opere bellissime, ma per capire chi era Christian Stein, a parer mio, è necessario guardare le immagini della sua casa torinese di piazza Vittorio Veneto che il filmato mostra in alcuni piani sequenza mozzafiato. Queste immagini, infatti, mostrano non solo lo straordinario gusto della Stein, ma anche come la semplicità e la poeticità dell’arte povera (passatemi il termine in po’ sbrigativo in questo caso) venga esaltata se collocata in un contesto quotidiano. Nelle stanze del museo alcune opere sembrano perse nella loro enigmaticità, nella casa assumono un gusto più feriale, più familiare. Ecco qui qualche immagine tratta dal catalogo della mostra.
"Christian Stein - una storia dell'arte italiana", Museo Cantonale d'Arte di Lugano
"Christian Stein - una storia dell'arte italiana", Museo Cantonale d'Arte di Lugano
"Christian Stein - una storia dell'arte italiana", Museo Cantonale d'Arte di Lugano
"Christian Stein - una storia dell'arte italiana", Museo Cantonale d'Arte di Lugano
Ora qualche osservazione più puntuale sulla mostra:
1) bellissima la terracotta di Fontana nella prima sala
2) perché portare due opere di Kounellis che prevedono l’accensione di fiammelle/candele se poi per ragioni di sicurezza queste devono rimanere spente?
3) l’igloo con albero di Merz è uno dei pezzi migliori: con le sue lastre di vetro sberciate riesce a esprimere un equilibrio tutto suo
4) Kounellis è quello che esce peggio dalla selezione, Paolini (che non amo) invece è sovrarappresentato, ma stando alle immagini di casa-Stein si capisce benissimo che era il prediletto dalla gallerista

4 pensieri riguardo “CHRISTIAN STEIN, LA SUA CASA DI TORINO ERA UNO SBALLO

  1. Bellissimo questo post, bellissima questa casa! Mi viene spontaneo pensare al design. E non è un caso che in una delle foto ci sia l’imprescindibile chaise-longue di Le Corbusier.

  2. Salve, mi chiamo Marco e scrivo dalla Sicilia. Per qualche tempo ho lavorato a Milano presso alcune Gallerie molto importanti, forse le più importanti. Montavo le opere sia in galleria, sia alle mostre, Fiac di Parigi, a Innsbruck, alla fiera di Bologna, ecc. Montavo le opere anche presso privati che le acquistavano, insomma ero proprio dentro l’Arte povera Italiana e la toccavo con mano. Molte opere di Kounellis mi hanno spesso fatto bestemmiare, ma a parte questo devo dire che alcune erano fantastiche. All’epoca purtroppo non capivo molto l’Arte povera, preferivo altro, preferivo ad esempio l’impressionismo, la pop Art, adoravo l’architettura di Frank Lloyd Wright, di Pierre Koenig, di Mies van der Rohe, di Le Corbusier, di Norman Foster, ed altri, preferivo gli Eames, Charles e Ray e la loro favolosa storia d’amore, Tamara Łempicka, ero attratto dagli spot, dai film d’autore, dalla moda di Valentino, Versace, Armani e da tutto ciò che era immagine, immagine forte a tratti sconvolgente. Seguivo con passione la mitica trasmissione “Non Solo Moda”, l’Arte povera non mi piaceva o forse non mi interessava, poi piano piano invece ho iniziato ad apprezzarla, i quadri specchiati di Pistoletto ed in particolare “donna sdraiata”, “I voyeurs”, il ritratto del figlio della signora Stein immerso nella lettura, la donna nuda che suona la chitarra, le mappe di Alighiero Boetti e alcuni collage, Mimmo Rota, Giulio Paolini con “Mimesi” mi ha sempre affascinato molto, “intervallo”, “Contemplator enim”, Gilbert & George, Fontana e i suoi tagli “concetto spaziale”, Mario Merz con i suoi igloo, mi attira moltissimo un lavoro di Marisa Merz, su dei quadrati di rame graffiati a formare dei volti quasi impercettibili, effimeri, Penone, Pistoletto, Bianchi e la cera dorata, insomma adesso ho rivalutato l’Arte povera e devo dire che in alcuni casi l’adoro. Cosa dire sulla o della Signora Stein, non l’ho mai conosciuta personalmente ma dalle numerose foto che ho avuto occasione di vedere e dalla scelta delle opere che negli anni ha fatto credo che fosse la Signora dell’arte, una femme fatale al pari di Cocò Chanel, una donna elegante, colta, con uno charme incredibile, con un grande senso estetico, credo che lei stessa fosse in parte un’Artista, un pò folle, magari un pò permalosa, eccentrica, egocentrica, una prima donna come è giusto che fosse, al contempo credo fosse anche pratica, furba, con un grande senso degli affari, insomma in definitiva credo fosse una Gran Donna…

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