LA BATTAGLIA DEGLI EROI DI MARC QUINN

Sabato sono stato con gli amici dell’Associazione Testori a Venezia. Alla mattina abbiamo visto la mostra di Manet spiegata da Robe da Chiodi che, personalmente, mi ha aperto la testa come una cozza. A pomeriggio, invece, è toccato a me spiegare la mostra di Marc Quinn alla Fondazione Cini sull’isola di San Giorgio. È stata l’occasione per mettere a fuoco l’opera di uno degli artisti più interessanti degli ultimi anni.

La mostra è molto bella. Straordinaria la serie Evolution che si affaccia sulla laguna (ci tornerò in un altro post). Ma vedere da San Marco la figura di Alison Lapper incinta svettare sulla laguna è qualcosa che sarà difficile da dimenticare. È la versione gonfiabile alta 11 metri realizzata per la cerimonia di inaugurazione delle Paraolimpiadi di Londra 2012. Quella di marmo l’avevo vista a Verona nel 2009.

Nel meraviglioso catalogo (davvero) realizzato da Skira c’è una lungo dialogo tra Germano Celant e Quinn. Ci sono moltissime cose interessanti. Ve ne segnalo una, proprio sul ritratto di Alison Lapper e la sua presenza sul Fouth Plint di Trafalgar Square.

Marc Quinn: Il marmo originale a Trafalgar Square… era in un luogo destinato agli eroi pubblici, persone che erano andati e avevano conquistato il mondo, ed erano inseriti dentro un contesto culturale. Erano celebrati: erano morti e uomini. Beh, lo erano tutti. Alison invece era viva, era una donna ed incinta e quindi è come diventata…

Germano Celant: Una metafora?

MC: Del futuro più che del passato. Un monumento al futuro.

GC: Anche l’accettazione della diversità fisica, intellettuale…

MC: Celebrava la diversità e anche un’eroicità di tipo diverso, una eroicità di qualcuno che conquista le proprie circostanze, più che di qualcuno che conquista il mondo esterno.

GC: La forza dell’interiorità

MC: È l’interiorità il luogo dove accade questa battaglia e non il mondo esterno. Ed era abbastanza interessante il fatto che a Trafalgar Square c’era già un’altro disabile. L’Ammiraglio Nelson aveva perso un braccio e un occhio, e se guardi la sua statua, non ha il braccio, ma nessuno aveva mai pensato a lui come a una persona disabile.

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