Non mi pare paragonabile alla retrospettiva di Anish Kapoor dell’anno scorso alla Royal Academy, ma la prima mostra di James Turrell da Gagosian vale certamente la gita a Londra. Entrare in “Dhātu” (2010, immagini qui sopra) è davvero una di quelle esperienze che non si dimenticano facilmente. Lo sprovveduto che scrive non ha poi potuto entrare in “Bindu Shards” (2010, qui sotto), un’opera nella quale si entra come in apparecchio per esami TAC per “trip” di un quarto d’ora nei colori (e suoni) di Turrel. Occorreva prenotarsi per tempo qui, ma a quanto pare è già tutto esaurito fino alla fine della mostra il 1o dicembre. A questo punto c’è da sperare che qualche genio la riesca a portare in Italia (magari alle Stelline di Milano?).
In realtà io ho curato tre moistre di James in Italia: le ha viste??
@Agostino De Rosa Gentile professor De Rosa, purtroppo, le sue mostre su Turrell non le ho viste. Colpa mia. Se però riesce a portare “Bindu Shards” in Italia mi prenoto già ora per vederla. Se poi riesce anche a combinarmi un’intervista col James le ne sarò grato per tutta la vita. Torni presto a commentare su questo blog.