Oggi commetto due errori che di solito mi guardo bene dal commettere:
1)Leggo con interesse un pezzo di Alessandra Farkas sul Corriere
2)Considero le opionioni politiche di uno scrittore (liberal, tra l’altro).
Il primo errore è subordinato al secondo, visto che oggi la Farkas intervista Jonathan Franzen, l’autore di uno dei miei libri preferiti: Le correzioni.
Il Franzen, infatti, dice tre o quattro cose abbastanza interessanti:
a)”Come tutti i newyorkesi, anche io odio Giuliani che per fortuna tra poche settimane non sarà altro che una nota a piè pagina. Dimenticato dalla cronaca e dalla storia”.
b)McCain? “Putroppo penso che il New Hampshire sarà la sua unica vittoria. La macchina del partito lo odia troppo e dietro le quinte farà carte false per spingere il suo “pupillo”: Mitt Romney.
c) Secondo molti McCain è uguale a Bush… “E’ assurdo: i due non potrebbero essere più diversi. Bush è interessato solo a se stesso e tutto il resto non conta. McCain antepone sempre e comunque l’interesse dell’America. Gli europei preoccupati di una sua ascesa al potere non hanno capito l’odio profondissimo nutrito da Bush e dai suoi contro questo libero pensatore. E ciò, da solo, dovrebbe servire come rassicurazione”.
Ovviamente Franzen dice anche che non voterà repubblicano, ma questo va da sé. Ma lo scenario di Romney al posto di Giuliani mi incuriosisce molto. Posto che di solito gli scrittori di politica non capiscono nulla: vedremo. Il 5 febbraio si saprà qualcosa di più preciso.
COMUNICATO DEL COMITATO DI REDAZIONE (CdR) di “No name”:
Ai due lettori virgola cinque di “No name” non sarà sfuggita la sconfitta di Obama. La redazione di “No name” dichiara apertamente che non si schiera ufficialmente per Obama, ma semplicemente lo guarda con simpatia per non rimanere esclusa dalle conversazioni del bel mondo. La redazione di “No name”, inoltre, si dice convinta che queste conversazioni su Obama termineranno presto.