C’E’ GROSSA CRISI/2

INTERVISTA A GIAMPAOLO PANSA

Dal Giornale del Popolo del 26 gennaio 2008

Oggi in Italia è più facile parlare di quel che è successo, di cosa è stato, degli errori fatti fino a ieri. Anche se gli interrogativi sono tutti da porre al futuro: ora che Prodi non c’è più da che parte andrà l’Italia? Ma oggi più che mai del futuro “non v’è certezza”. Non si sbilancia troppo neanche un vecchio lupo del giornalismo politico come Giampaolo Pansa, il quale però, se ci dovesse scommettere sopra, punterebbe suo malgrado sulle elezioni anticipate.

Pansa, Prodi è caduto. Ora cosa succederà?
Se lo sapessi con certezza pubblicherei un volantino con le previsioni e lo venderei a 10 euro la copia. Ma le opzioni non sono molte. Se il presidente Napolitano riesce a imporre la sua volontà, potrebbe nascere un Governo che io chiamerei “del Presidente”, nominato da lui, accompagnato dalla sua cura e il suo appoggio e presentato in Parlamento perché vari come minimo la legge elettorale per poi andare a votare. Napolitano ha in mente una cosa che secondo me è giusta: andare a votare con questa legge espone il Paese di nuovo al rischio di una maggioranza, certamente opposta a quella caduta ieri al Senato, ma che avrebbe ben pochi margini per governare cinque anni.

Qual è il punto debole della legge in vigore?
Ce ne sono tanti. Ma il principale è che al Senato c’è un premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente che viene dato sul piano regionale invece che nazionale. Questo ha prodotto l’aberrazione per la quale il centrosinistra nell’aprile del 2006 aveva avuto al Senato 200mila voti meno della Casa delle Libertà, ma ha ottenuto due seggi di vantaggio.

E se invece Napolitano non ce la fa a mettere in piedi un altro Governo?
L’altra tesi è quella sostenuta da quasi tutta la maggioranza del centrodestra, tranne Casini, che chiede di andare a votare subito. Qui le consultazioni con Napolitano saranno decisive. Lui ha il compito di accertare fino in fondo se nell’attuale Parlamento vi siano le condizioni per un altro Governo. Se Forza Italia dice di no, AN dice di no, la Lega dice di no, dice di no ancheRifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani, nessun Governo è più possibile. E a quel punto non si può far altro che andare a votare.
Ecco, e se si torna alle urne?
Beh, per quello che sanno un po’ tutti: i sondaggi sostengono che il centrodestra è in grande vantaggio sul centrosinistra. L’unico punto interrogativo sta nel sapere che cosa può fare un Partito democratico guidato da Veltroni il quale, secondo me saggiamente, ha deciso di presentarsi da solo alle elezioni qualunque sia la legge elettorale. Poi bisogna vedere se non ricomincerà all’interno del PD la rissa che già si intravede tra chi vuole sfiduciare Veltroni perché non è d’accordo sulla volontà di presentarsi da solo. Sono persone che hanno sempre avuto in uggia Veltroni.

I nomi?
Bastino questi due: Arturo Parisi e Rosy Bindi. In queste sere li ho incontrati in trasmissioni tv e sembravano degli avversari nati del PD. È una cosa che lascia sconcertati e che ti fa pensare che nella sinistra italiana, anche in quella che dovrebbe essere più omogenea e che si raccoglie nel partito di Veltroni, c’è un virus della rissa e della divisione che è insopprimibile. Quindi potrebbe portare al limite alla sconfitta prima ancora che nelle urne a una sconfitta politica con la fine prematura dell’esperienza del Partito democratico.
Davvero Berlusconi è disposto a correre il rischio, andando al voto con questa legge elettorale, di vincere trovandosi nelle identiche condizioni di precarietà con le quali ha dovuto fare i conti Prodi?
Secondo me Berlusconi per quel poco che lo conosco, vuole assolutamente riprendere in mano la stecca, cioè vincere le elezioni. Lui conta di vincere con un margine talmente alto che la legge elettorale vigente gli permetterebbe, secondo i calcoli di qualcuno, di avere al Senato 15 o 16 seggi di vantaggio. Non sono molti, ma sono sempre più di due. Fosse per lui andrebbe al voto domani mattina.

Prodi è davvero al capolinea?
Io conosco molto bene Prodi. Prodi è una testa quadra e, essendo di Reggio Emilia, ha un carattere molto forte, sa essere anche cattivo. C’è qualche giornalista, che purtroppo non sono io, che ha inventato un’immagine terribile per descriverlo: «Prodi gronda bontà da tutti gli artigli». Io gli consiglio solo di non cercare di sopravvivere a se stesso. Però lui è adulto e vaccinato e deciderà lui. Certo che se ci fossero le elezioni e Prodi e i prodiani dovessero fare una lista di centrosinistra in contrapposizione al PD, a quel punto Berlusconi
vince 90 a zero. Sarebbe un disastro. Io spero che, visto che lui ci crede, il Padreterno e la Madonna lo aiutino ad essere saggio. Ma non si può mai dire. La politica italiana è piena di follie.

L’annunciata convergenza tra Veltroni e Berlusconi che destino avrà ora?
Io non so con quanta sincerità Berlusconi avesse avviato questo dialogo con Veltroni. Veltroni, accettando di aprire a un dialogo con l’opposizione, ha fatto quello che chiunque avrebbe dovuto fare. Si continua a dire fino alla sbronza di parole che una legge elettorale non può nascere se non c’è una maggioranza forte nei due rami del Parlamento. La prima maggioranza che si deve trovare è quella che nasce dall’intesa tra i due partiti maggiori. Purtroppo è un’intesa che ora non è più possibile. Bastava vedere con quale esultanza ieri è stata accolta dai militanti del centrodestra la caduta del Governo per capire da che parte si vuole andare: verso le elezioni.

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