Molti hanno detto della presenza delle tre tele di Tintoretto nel salone centrale del padiglione delle esposizioni ai Giardini. Ne ha parlato bene Giuseppe qui. Evidentemente tutti si sono concentrati, Bice Curiger per prima, nel sottolineare il rapporto che questi quadri avrebbero stabilito con le opere degli artisti contemporanei presenti in Biennale. Non so però se qualcuno abbia riflettuto sul rapporto interno a queste tre immagini. Io non so dire nulla con competenza sulla pittura di Tintoretto, ma noto una cosa legata ai soggetti scelti: i tre quadri delle biennale costituiscono un ciclo sulla Trinità.
- Il Dio creatore di Tintoretto non è un motore immobile, è un creatore che sembra accompagnare le proprie creature, ed esse si muovono nella sua stessa direzione.
- Il Figlio, è il Divino che entra nella storia. Gesù istituisce l’Eucarestia durante un banchetto concitato, in mezzo alla febbrile quotidianità della vita dei discepoli, molti dei quali non sembrano neanche accorgersi della solennità del momento.
- Lo Spirito Santo è il permanere della presenza di Dio nella storia che tocca alcuni, i Santi, che più intensamente mostrano la loro vita cambiata e costituiscono i pilastri della Chiesa. Che poi il culto di questi Santi risulti talvolta roccambolesco è il segno che la Chiesa è fatta di uomini e con loro condivide le avventure più impensabili.
Un pensiero riguardo “TINTORETTO ALLA BIENNALE E LA TRINITÀ”