Qual è oggi il Paese europeo leader nel campo dell’arte contemporanea? La domanda se l’è posta nel suo blog Jonathan Jones, critico del britannicissimo Guardian, e marzullianamente s’è dato anche la risposta: la Germania. Per lui gli artisti numero uno sulla piazza sono oggi Gerhard Richter e Anselm Kiefer. Altro che Hirst o Cattelan.
Ma Jones non si ferma qui e rilancia: qual è il Paese europeo che ha dato di più nell’ultimo secolo? Anche qui la risposta è la stessa: la Germania. Madamina, il catalogo è questo: Espressionismo, Dada, Bauhaus, Neue Sachlichkeit, Joseph Beuys.
È vero che negli ultimi cento anni l’arte – in Europa – ha parlato soprattutto tetesco? Che dite?
ué, leporello: il dada è roba zurighese. 1916. lì, negli stessi giorni, un tizio coi baffi si preparava a partire in un vagone piombato. un po’ più a nord, un altro tizio con i baffi metteva lontane premesse a molti più vagoni, altrettanto piombo. già, la germania ha dato molto al novecento! pensate -dice eugenio corti- cos’era destinata a dare all’europa, se non avesse buttato il suo slancio nelle due guerre. lo slancio dell’arte tedesca iniziava dal settecento di (pre)romantici e (neo)classici, winckelmann goethe bach beethoven brahms schubert… poi la morte… poi l’arte contemporanea: l’arte del dopomondo, della ferita aperta. Berlin über alle.