IL SARKOZY PER L’ITALIA SI CHIAMA BLAIR

Oggi un collega mi ha suggerito un’idea più praticabile di quella esposta nel post qui sotto. Anche perché finora, non ho ricevuto nessuna candidatura di modelle o attrici che si candidassero a diventare la prossima Fist Lady italiana. L’idea semplice-semplice è quella di arruolare il praticamente disoccupato Tony Blair per la guida dell’Italia. Se non sbaglio il mitico Tony una casa in Toscana già ce l’ha. Gli sia dato subito un passaporto e con un paio di lezioni d’italiano raggiungerebbe almeno i livelli di Di Pietro. Poi cattolico è cattolico (e per qualche anno non può fregiarsi dell’appellativo “adulto”). In fondo è un po’ il meccanismo per cui le nostre auto usate venivano rivendute nei Paesi del Terzo Mondo. Oggi lo chiamo e vi saprò dire.

SARKOZY ITALIANO CERCASI (MA COMINCIAMO DA UNA CARLA)

Oggi sula Corriere della Sera Bill Emmott dice che per tirare l’Italia fuori dalla palta ci vorrebbe uno come Sarkozy. Mi sembra una buona idea (anche se non originale).
Il problema è che tutti sono in grado di costatare che un Sarkozy italiano sembra non essere ancora nato. Almeno, per quanto ne sappiamo. Ci vorrebbe un’idea per verificare davvero se esiste e ma magari si sta nascondendo.
Beh, io ne ho una: cominciare dalla fine.
Sarkozy ieri ha sposato una delle donne più belle del mondo.
Ecco: fuori i nomi delle top-model, attrici, superfighe che si offrono per diventare first lady a breve termine e senza troppe storie. Facciamo una lista e diffondiamola fino ai quattro angoli del Bel Paese. Vedrete che se un Sarkozy italiano esiste si farà subito avanti. Guidare un Paese come l’Italia oggi è compito talmente ingrato che occorre garantire una contropartita adeguata. O no?

MOLLE, MOLLE D’ACCIAIO

“Cos’hai nelle gambe ragazzo?”
“Molle. Molle d’acciaio”.
“E cosa faranno?”.
“Mi lanceranno sulla pista”.
“Quanto veloce puoi correre?”
“Veloce come un leopardo”.
“E come correrai?”.
“Veloce come un leopardo”.
“Fammi vedere come fai”.

(Gli Anni Spezzati, 1981)

VINCINO STYLE

Al centro della foto (di Umberto Pizzi da Zagarolo), scattata ieri sera durante la “veglia laica” organizzata da Ferrara in solidarietà del Papa, c’è il vignettista Vincino. In questa foto pare sia stato disegnato da se stesso…

Ps: quello a destra, poi, è Capezzone. Il fatto che ci fosse anche lui tra la banda degli “atei devoti” la dice lunga sul casino capitato in Italia.

Re: R: R: R: R: R: pezzo Kenya

Visto che i blog di successo sono quelli che espongono al pubblico ludibrio la vita privata della gente, assetato di successo pubblico in esclusiva uno scambio di mail avuto sulla strettissima attualità con la ficcanaso.
Nota di lettura: ovviamente il primo messaggio è quello in fondo al post, l’ultimo quello all’inizio…
________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: mercoledì, 9. gennaio 2008 14:56
A: Fiore Luca
Oggetto: Re: R: R: R: R: R: pezzo Kenya

Manco fossimo Bill e Hillary, ti dico, fallo! Usa pure la nostra vita privata per il bene (in questo caso culturale) del paese.

Il giorno 09/gen/08, alle ore 14:54, Fiore Luca ha scritto:

posso pubblicare sul blog questo scambio di mail?

________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: mercoledì, 9. gennaio 2008 14:50
A: Fiore Luca
Oggetto: Re: R: R: R: R: pezzo Kenya

io non sono stata innamorata da Un paese per vecchi, ma folgorata dalla strada. Non so, mi ha come liberato.
non è una tragedia… magari il tuo genere è Sophie Kinsella e non lo hai ancora capito.. ih ih ih!

Il giorno 09/gen/08, alle ore 14:49, Fiore Luca ha scritto:

Non necessariamente. In fondo è un commentatore impegnato.
Grazie del consiglio di lettura. Ho appena finito di leggere “la strada”. Non ho ancora capito se mi è piaciuto veramente o no. Dopo la semi delusione di “non è un paese per vecchi” comincio a pensare che McCarthy non sia un mio autore…

________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: mercoledì, 9. gennaio 2008 14:45
A: Fiore Luca
Oggetto: Re: R: R: R: pezzo Kenya

credo sia un grosso insulto, vero?

Ps: ah. leggi BADENHEIM 1939 di Appelfeld, è un libro molto Flauerz

Il giorno 09/gen/08, alle ore 14:43, Fiore Luca ha scritto:


Per ora sopporto. Comunque sulle presidenziali sei perfettamente in linea con Timoty Garton Arsh, che scriveva la stessa cosa domenica in prima pagina sulla Rep.

________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: mercoledì, 9. gennaio 2008 14:39
A: Fiore Luca
Oggetto: Re: R: R: pezzo Kenya

mah.. cercando di sfuggire alla realtà, come sempre. Dunque sogno un ticket che abbia per protagonisti la puzzona palle di ferro che dovrebbe correre con lo slogan “La casa Bianca vale la sopportazione di un pompino (fatto da una stagista sovrappeso a tuo marito)”; e il nero che accompagni l’ascesa di Kil Billary con sermoni poco religiosi e molto scenografici.

Io sono in crisi come sempre io. dunque ok, no?
tu come ti trovi laggiù in ufficio da solo?

Il giorno 09/gen/08, alle ore 14:34, Fiore Luca ha scritto:

Come hai preso la sconfitta di Obama?

________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: mercoledì, 9. gennaio 2008 14:32
A: Fiore Luca
Oggetto: Re: R: pezzo Kenya

qui casadei ti guarderebbe, con gli occhi di uno che quel continente ce l’ha nel cuore, e ti direbbe (come ha detto a me): è l’ Africa, tesoro.

Il giorno 09/gen/08, alle ore 14:31, Fiore Luca ha scritto:

Molto buono e interessante. Anche se io continuo a non capire come si sia arrivati alla violenza.

________________________________________
Da: Laura xxxx [mailto:laura.xxxx@xxxx.it]
Inviato: venerdì, 4. gennaio 2008 13:45
A: Fiore Luca
Oggetto: Fwd: pezzo Kenya

cosa ne pensi?

FERRARA E DAGOSPIA

Oggi Luca Sofri sul suo blog rivela che anni fa il direttore del “Foglio” gli impartì una, a detta sua, saggia lezione e un codice di comportamento molto salutari: “Dagospia non esiste”. Ora: un mio caro amico, che per un annetto frequentò la redazione del quotidiano dell’Elefantino, mi ha raccontanto che fu pizzicato dal direttore a leggere proprio Dago. “Cosa fai? Leggi Dagospia?” chiese Ferrara al giovane giornalista. “Sì”, rispose quello un po’intimidito. E l’altro: “Beh, è l’unica agenzia che dà delle notizie…”.
Il dialogo ebbe luogo dopo la saggia lezione a Sofri. Che dire? Nulla: uno che una volta era comunista e oggi fa i digiuni contro l’aborto può tranquillamente cambiare idea anche su Dago…

Ps: con questo post inauguro una rubrica dal titolo “Totally Unnecessary”, un po’ in omaggio a Barney e un po’ perché “E chi se ne frega” mi sembra un po’ troppo.